montagne di una vita

A chi mi chiede: perché vai in montagna? gli rispondo se me lo chiedi non lo saprai mai (Ed Viesturs)

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Benvenuti

Pubblicato da Marcello Rossi in settembre 19, 2012
Pubblicato in: Io. Tag: biellese, escursionismo, foto, fotografia, fotografia di montagnA, Rossi Marcello, Valle d'Aosta. Lascia un commento

Chi sono

Chi sono? Mah bella domanda. Mi chiamo Rossi Marcello e sono milanese ma, in tutta onestà, quando qualcuno mi scambia per valdostano mi riempio di orgoglio.

A parte gli scherzi vado ormai per i 40 anni, faccio più per dovere (anzi solo per dovere) il programatore informatico e appena posso scappo tra le montagne. Speravo di riuscire a fare il geologo, ma come si dice i casi della vita hanno voluto il contrario. La Montagna (scritta volutamente in maiuscolo) occupa molta parte della mia vita. Adoro tutto quello che essa rappresenta, gli spazi aperti, i panorami, la tranquillità, l’aria che solo lì respiri. Quando me ne stò lì riesco ad essere felice e l’unica cosa che desidero è che quella giornata non finisca mai (poi sempre arriva il brutto momento che si deve tornare in pianura, un incubo). Ma a consolarmi c’è sempre la consapevolezza che prima o poi torno.

Valle d’Aosta

Perchè la Valle d’Aosta? Perchè per me è l’equivalente dell’Eden, il paradiso terrestre. L’amore per questa terra (e per la montagna) è iniziato a 8 anni quando i miei mi portarono a Champoluc (correva l’Agosto 1983), ma non mi portarono a giocare ai parchi giochi, no mi misero un paio di scarponcini ai piedi, uno zaino in spalla e mi fecero scoprire i sentieri di montagna. Beh da allora non ho mai abbandonato sentieri, scarponi e zaino in spalla. Solo molti anni dopo ho scoperto che in fondo le Alpi erano considerate “The playground of Europe” dai primi alpinisti inglesi che nell’800 diedero il via al turismo montano. Quindi, sì, anche i miei genitori mi avevano portato in un parco giochi, ma il parco giochi più bello del mondo.

Biellese

Beh ma non esiste solo la Valle d’Aosta (per me una grande scoperta). Grazie alla tesi di laurea ho scoperto anche il biellese. Quattro valli (Cervo, Oropa, Elvo e Valsessera) forse non spettacolari come la vicina valleè ma sicuramente belle. Panorami ancora selvaggi e dirupati (Cervo), aperti e spirituali (Oropa), solari e panoramici (Elvo) e appartati (Valsessera) sono buoni motovi per girarle in lungo ed in largo. Delle escursioni nel biellese esiste anche il resoconto su biellaclub.it, sito della onlus di cui faccio parte che descrive e racconta il territorio del biellese.

Fotografia

La passione della fotografia è nata un po’ per caso. Da piccolo un po’ di foto ai panorami, poi un po’ di foto ai panorami con le prime escursioni in montagna da grande, ma lo sviluppo delle pellicole aveva il suo effetto. Ma poi nel 2006 (forse) la prima digitale compagna di molti anni. Poi il salto una bridge e la mania delle foto. Non saranno da primo premio ma a me ricordano tante emozioni.

Studi

Cosa deve studiare uno a cui piace la montagna? Forse ovvio geologia. Bella materia (mai mi sono pentito di averla studiata) peccato che poi di lavorare neanche l’ombra. Ma quello che mi è rimasto è una visione delle montagne un po’ diverso. Di sicuro mi ha fatto conoscere il biellese.

Lavoro

Che lavoro sono finito a fare? Beh per uno che odia stare chiuso in un ufficio mi sembrava ovvio finire a fare il programmatore Java (ovviamente continuo a farlo solo per soldi, altrimenti come mi pago i giri in montagna). Però mi sono tolto lo sfizio di poter dire che ho lavorato al Corriere della Sera.

Testa di Comagna autunnale

Pubblicato da Marcello Rossi in novembre 4, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valle d'Ayas. Tag: Challand Saint Anselme, Col Tzecore, Testa di Comagna. Lascia un commento

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Seconda salita alla testa di Comagna, questa volta inversione autunnale. La partenza dell’escursione è in corrispondenza del tornante subito fuori della frazione di Arbaz (Challand Saint Anselme). Proprio sul tornante si stacca una stradina sterrata che si imbocca e si segue senza possibilità di errore fino a poco sotto la vetta della Testa di Comagna. Quando si arriva ad incrociare il sentiero che sale dal Col Tzecore la carrareccia termina esi prosegue sull’evidente sentiero fino, il bosco diviene via via più rado e la vista si apre sul Mont Avic ed in lontananza sul Monte Bianco. Quando si esce dal bosco si è ormai in vista del piccolo altare con la croce di vetta della Testa di Comagna.

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Anticima del Monte Meabè

Pubblicato da Marcello Rossi in ottobre 27, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valturnanche. Tag: anticima del Monte Meabè, Monte Bianco, Saint-Barthélemy, Septumian, Torgnon. Lascia un commento

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L’anticima del Monte Meabè è una bellissima vetta, di facile accesso, dalla quale si possono godere bellissime viste sulla Valturnanche, sul vallone di Saint-Barthélemy, su moltissime cime, tra le quali svettano il cervino ed il Monte Rosa. Verso ovest spunta anche la vetta del monte Bianco e del Gran Combin. La partenza dell’intinerario è in corrispondenza del parcheggio alla fine della strada che da Magnod (capoluogo di Torgnon) sale fino all’arrivo degli impianti di risalita, in località Chatelard superiore. Parcheggiata l’auto, si imbocca una pista da sci che si stacca a monte della strada (palina con sentieri numero 9 e 105) con la quale in breve si arriva ad un barcon un piccolo lago artificiale e privato. Si passala costruzione e seguendo la carrareccia che piega decisamente a sinistra si arriva ad incrociare il sentiero che sale dalla strada. Si svoltaa destra iniziando a salire a forte pendenza arrivando ad un alpeggio diroccato dopo il quale si entra nel bosco di conifere. Si oltrepassa una piccola radura e si arriva ad un bivio dove, segeundo l’indicazione della palina dei sentieri, si svolta a destra. Il sentiero effettua un lungo traverso a destra fino ad arrivare alla base dei primi paravalenghe (visibile anche dalla partenza), qui inverte il senso di marcia iniziando a passare tra i paravalanche stessi fino a sbucare sulla cresta. Qui si è svolta a destra edin breve si arriva alla cima dove si trova una grande croce metallicca.

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Laghi di Thoules

Pubblicato da Marcello Rossi in ottobre 22, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valpelline - Ollomont. Tag: casa Farinet, FInestra Durant, Laghi di Thoules, Mont Gelè, Ollomont. Lascia un commento

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I laghi di Thoules si trovano nel vallone delle Acque Bianche, lungo la via che sale alla Finestra Durant. La salita inizia poco prima dell’ultima frazione di Ollomont (Glassier) dove in corrispondenza di una carrareccia che si stacca sulla destra, inizia il sentiero 5 che salendo a pendenza moderata arriva all’alpeggio di Pont. Si Passa sotto ad un ponte (indicazioni per By) e si inizia a salire lungo il sentiero che con una serie di risvolti fino adarrivare poco sotto alla cappella di By. Si svolta a sinistra, seguendo la carrereccia, risalendo fino alla casa Farinet da dove si imbocca il sentiero che piega a destra arrivando all’alpeggio di Balme di Bal da dove si riprende la strada sterrata inoltrandosi nel vallone delle Acque Bianche. Seguendo le indicazioni si taglia parte della strada seguendo il sentiero arrivando all’alpeggio di Lombardin, dove si mette piede sulla carrareccia che si segue fino a poco prima dell’alpeggio di Thoules dove lasi abbandona per arrivare in breve al primo dei due laghi e, successivamente, al secondo lago di Thoules. Si ritorna sulla strada e la si segue in discesa fino ad un bivio dove si imbocca la via che sale,si fa un tornante a destra e seguendo la via, senza possibilità di errore, si arriva all’alpeggio di Filon dove finisce la carrareccia. La discesa segue la via di salita fino a dopo l’alpeggio di Balme di Bal, dove invece di scedere alla cappella di By seguendo il sentiero, si continua sulla strada arrivando al villaggio di By. Qui si svolta a sinistra tornando alla capppella di By da dove si torna alla macchina seguendo la strada di salita.

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Mont Chetif

Pubblicato da Marcello Rossi in ottobre 16, 2015
Pubblicato in: Val Veny, Valle d'Aosta. Tag: Mont Chetif, Monte Bianco, Pré de Pascal, rifugio Mont Blanc, Val Veny. Lascia un commento

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La salita al Mont Chetif, ottimo punto panoramico sul Monte Bianco e su tuttala sua catena, inizia in corrispondenza dell’ultimo tornate della strada prima di arrivare alla frazione di La Visaille, piccola frazione in Val Veny, dove si può parcheggiare l’auto in corrispondenza di un piccolo spiazzo. Sul tornante inizia una sterrata che con andamento rettiline, e con alcuni sali e scendi, si inoltra nel bosco. Quando la strada tende ad abbassarsi verso un piccolo aggregato di case si stacca sulla destra un sentiero che dopo aver guadagnato leggermente quota, torna a diventare pianeggiante fino ad arrivare alla costruzione del rifugio Mont Blanc. Si matte piede sulla strada asfaltata e si segue la via che sale dirittoin fronte al rifugio. Si prosegue, senza possibilità di errore, fino ad arrivare a Pré de Pascal. Qui si inverte il senso di marcia imbocando la sterrata che sale fino all’arrivo dellaa seggiovia Zerrotta, dove inizia il sentiero che sale al Mont Chetif. Dapprima si effettua un traverso a bassa pendenza, poi il sentiero piega a sinistra iniziando a guadagnare quota con una serie di tornanti. La pendenza aumenta ulteriormente fino ad arrivare ad un piccolo colletto. Superato il colletto si piega a sinistra e si continua a salire superando alcuni tratti su roccette (mai difficili) fino a sbucare sulla vetta dove si trova la piazzola di cemento costruita nel 1986 per l’atterraggio dell’elicottero che portò in cima Papa Giovanni Paolo II per la celebrazione dell’Angeus.Si oltrepassa la piazzola e, dopo una breve discesa, si risale la rocciosa via che porta lla vera cima del Mont Chetif dove si trova una statua della Madonna,  costruita dagli abitanti di Courmayeur alla fine della II guerra Mondiale.  La discesa, oltre che per la via di salita può essere effettuata scendendo al Col Chècrout (indicazioni sotto al colletto). In questo caso il sentiero scende nel bosco fino ad andare ad incrociare la carrareccia che sale verso il colle. Arrivati al col Chècrout si attraversa il prato e si imbocca il sentiero che scende ripido nel bosco fino ad arrivare su una carrareccia. Alla carrareccia si svolta a destra ed in breve si torna al rifugio Mont Blanc da dove, con la via dell’andata, si torna alla macchina.

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Casolari del Pisonet

Pubblicato da Marcello Rossi in ottobre 12, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valle di Champorher. Tag: casolari del Pisonet, Col de la Croix, Lac Muffè, Lago Bianco, lago Cornuto. Lascia un commento

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Giunti a La Cort si parcheggia l’auto in prossimità dell’inizio del sentiero che sale al Lac Muffè (indicazioni per il Parco Naturale del Mont Avic) e si inizia la salita sul sentiero che inizia a salire ripidamente nel bosco. Dopo poco si attraversa un ponticello e la pendenza tende a diminuire. Si segue senza possibilità di errore il sentiero fino ad arrivare al panoramico Lac Muffè dove si transita a lato del ristoro Lac Muffè e si riprende a salire lungo il sentiero fino ad  incrociare il bivio con il sentiero 10C poco sotto al Colle del Lac Blanc. A questo bivio si svota a destra e con un traverso a bassa pendenza si arriva al panoramico Col de la Croix. Invitati dai segnavia si tende a sinisttra e si inizia a scendere tra rocce montonate fino ad incrociare il sentiero 4 che saleda La Veulla, si svolta a sinistra ed in breve si transita al lato del bellissimo Lac Vallette. Seguendo il sentiero si risale una piccola scarpata e si arriva in vista del rifugio Barbustel, lo si oltrepassa arrivando ad incrociare il sentiero che scende dal colle del Lago Bianco, si svolta a destra e si inizia a perdere quota arrivando così al Lago Bianco. Il sentiero torna a gudagnare progressivamente quota, transitando nei pressi della sponda del lago Nero,si riprende a salire passando lungo la sponda del lago Cornuto (che resta più in basso della traccia del sentiero) fino ad arrivare, dopo aver attraversato un ponticello, alla piana dove sorgono i resti dei casolari del Pisonet. Il rientro al rifugio Barbustel avviene per la medesima via di salita, giunti al rifugio invece di  piegare a sinistra siprosegue diritto ed in una decina di minuti, seguendo l’evidente via, si giunge al colle del Lago Bianco. Al colle si imbocca l’evidente traccia che scende conalcuni risvolti finoad incrociare il bivio con il sentiero 10C e da qui si ripercorre a ritroso la via di salita fino al parcheggio.

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Laghi di Valfredda

Pubblicato da Marcello Rossi in ottobre 1, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valle d'Ayas. Tag: Estoul, laghi di Vafredda, laghi Palasina, rifugio Arp. Lascia un commento

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La partenza per il rifugio Arp è in corrispondenza del parcheggio di Estoul dove, sulla sinistra, parte la strada sterrata che si dovrà seguire per intero fino al rifugio Arp. La via passa a fianco di un bel pascolo, effettua una curva a sinistra e si inizia a camminare entro un bel bosco. Si arriva ad un bivio dovele frecce per il rifugio Arp invitano a proseguire diritto; per evitare di salire lungo il sentiero un po’ ripido, si svolta a sinistra seguendo la strada. Dopo una curva a sinistra si incontra l’incrocio con il sentiero per i laghi di Estoul, si prosegue diritto, si riceve sulla sinistra il snetiero che sale da Estoul e si prosegue diritto. Si transita per l’alpeggio di Cavanne e poco dopo la via fa una curva a destra e, dopo un lungo traverso a mezza costa, si inizia a vedere in alto la grossa costruzione del rifugio Arp. Si arriva ad un bivio dove si svolta a destra avvicinandosi al versante, si riprende a salire più decisamente fino ad arrivare in breve al rifugio Arp. Si passa alle spalle del rifugio fino ad arrivare all’inizio del sentiero che sale ai laghi di Vafredda (indicavia). Dopo aver superato un dosso si arriva al pirmo dei laghi di Valfredda che si lascia sulla destra. Si aggira un dosso, guadagnando ancora un po’ di quota e si arriva così al secondo dei laghi di Valfredda. Dopo essere ridiscesi al rifugio si piega a destra imboccando il sentiero 105 che portaad incrociarelasterrata che sale verso i laghi Palasina dove, se non si vuole salire ai Palasina, si svolta a destra e si ritorna al punto di partenza.

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Punta Chaligne e Punta de Metz

Pubblicato da Marcello Rossi in settembre 28, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valle San Bernardo. Tag: punta de Metz, punte Chaligne, rifugio Chaligne, Tza di Chaligne. Lascia un commento

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Le punte Chaligne e de Metz sono poste, rispettivamente, a nord e sud del colle de Metz, per cui la loro salita può essere comodamente realizzata in un’unica escursione. Superato GInod, dopo circa 4 km in direzione del tunnel del Gran San Bernardo, si incontra sulla sinistra l’incrocio per Buthier (indicazioni per Rifugio Chaligne), si svolta su questa strada seguendo la via fino al divieto di transito, dove è possibile parcheggiare l’auto in corrispondenza di uno spiazzo. Si imbocca lastrada sterrata sulla sinistra e seguendo le indicazioni, dopo circa un’ora, si arriva al rifugio Chaligne. Si passa a fianco del rigìfugio, puntando alla pralina chesi vede alle sue spalle, e si inizia a salire nel bosco a pendenza abbastanza sostenuta. Quando si escedal bosco si è ormai in vista della grande costruzione di Tza di Chaligne che si lascia sulla destra e si inizia a salire nel prato (prestando attenzione di prendere il sentiero corretto tra le molte tracce di pascolo). Si sale con alcuni tornanti e traversi a sinistra fino ad arrivare al colle de Metz dove si trova un ometto di pietre. Per salire alla Punta Chaligne si svolta a destra (verso nord) e in una ventina di minuti si arriva alla panoramica vetta, su cui si trova una croce lignea ed una metallica, oltre ad un’altare dove si celebra annualmente una messa. La discesa al col del Metz avviene per la medesima via, giunti all’ometto si continua a sud, seguendo l’evidente sentiero, fino ad arrivare alla vetta della Punta de Metz dove sitrova un piccolo ometto. Il rientro avviene per la medesima via di salita.

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Becca di Nana o Falconetta

Pubblicato da Marcello Rossi in settembre 22, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valle d'Ayas. Tag: alpe Mezzan, Alpe Vascoccia, Becca di Nana, Falconetta, Sentiero degli Alpini. Lascia un commento

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La salita alla Becca di Nana o Falconetta è a Mandrou, dove lasciata l’auto nel piccolo parcheggio, si inizia a salite entro il piccolo paese. Usciti dal paese si inizia a salire lungo il sentiero un po’ ripido. In breve si arriva ad incrociare il Ru Courthod, lo si attraversa su un piccolo ponticello e si riprende a salire fino ad arrivare all’alpe Mezzan. Attraversata la strada sterrata si sale con un traverso a sinistra fino ad arrivare alla cappella Sarteur. Da qui si prosegue fino alla grande costruzione dell’Alpe Vascoccia. Qui si sale lungo una carrareccia che in breve porta all’alpe Plan Pera. Da qui una freccia indica il sentiero da seguire (Sentiero degli Alpini) e da qui sarà sempre salita costante. Si punta diretti alla Falconetta, si aggira una conca e poi si inizia un lungo traverso a destra per poi guadagnare quota con alcuni tratti più ripidi. Si arriva dopo aver superato quota 2800 m, alla parte più tecnica dell’escursione, infatti si inizia a camminare su sfasciumi, anche se il sentiero non è mai esposto. Dopo il traverso su pietraia si svolta a destra e si supera l’ultimo tratto ripido che punta direttamente alla vetta, preannunciata dalla vista della grande croce. Giunti alla croce dove si trova anche una piccola cappella contente un cappello di alpino si segue  il sentiero che in breve arriva alla vera vetta della Falconetta.

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Tsa de Porchère

Pubblicato da Marcello Rossi in settembre 18, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valpelline - Ollomont. Tag: alpe di Chevrière, alpeggio di Champillon, Cappella di By, casa Farinet, Glassier, Ollomont, Tsa di Porchère. Lascia un commento

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Alla frazione di Ollomont di Vaud un cartello indica l’inizio di un sentiero per l’alpe di Chevrière che inizia a salire, invaso dall’erba, dirigendosi verso il versante fino a sbucare, in corrispondenza di un caseggiato sulla strada sterrata proveniente dalla destra. Messo piede sulla sterrata si svolta a sinistra e si segue la via che sale nel bosco, dal quale si esce in corrispondenza dell’alpeggio di Chevrière. Si passa sul fianco della casa e si arriva al bivio ove si incrocia la strada proveniente dall’alpeggio di Champillon. Si prosegue diritto, con alcuni sali – scendi, si ignora alcuni incroci, fino ad arrivare ad un bivio ove sulla destra si immette il sentiero proveniente dalla Cappella di By (che si imboccherà al ritorno). Si prosegue diritto, lasciando alla sinistra la via che sale all’alpe Porchère, e dopo una decina di minuti si arriva alle costruzioni di E’vèques, che si lasciano alla sinistrae si prosegue fino a quando delle indicazioni su un masso per il rifugio Champillon invitano a prendere il sentiero che sale sul versante alla sinistra. Si segue ora il sentiero fino a mettere piede su una carrareccia dove si svolta a sinistra. Si segue la via fino ad incrociare la carrareccia che sale da Porchère, e seguendo la via si arriva in breve a Tsa di Porchère. Per il rientro si torna lungo la via di salita fino all’ultimo bivio, e si prendere a scendere verso le costruzioni di Porchère. Superato l’alpeggio in breve si perviene all’incrocio con il sentiero per la cappella di By. Si segue il sentiero che, dopo aver attraversato l’emissario dalla diga di By, si giunge alla cappella di By ed alla casa Farinet. Si svolta ora sulla sterrata che tende a perdere quota fino a quando si imbocca il sentiero che perde quota, si arriva all’alpeggio di Pont. Da qui o seguendo il sentiero od imboccando la strada si arriva alla frazione di Glassier.

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Lago del Miserin

Pubblicato da Marcello Rossi in settembre 15, 2015
Pubblicato in: Valle d'Aosta, Valle di Champorher. Tag: Cimetta Rossa, Col del Laris, Dondena, lago del Miserin, Valle di Champorcher. Lascia un commento

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Giro un po’ alternativo per il lago del Miserin, invece di seguire la strada sterrata che parte da Dondena si segue la via che sale  verso cimetta Rossa / Col del Laris e si imbocca un sentiero che sale d’apprima a forte pendenza fino ad un bel ripiano erboso. Giunti a questo ripiano erboso, ormai pressochè alla quota del lago del Miserin, si segue la via, con la vista che si apre verso la valle centrale e sull’alta valle di Champorcher. Dopo aver guadagnato ancora un po’ di quota si arriva al lago poco distante dal santuario della Madonna delle Neve. La discesa può avvenire lungo la strada normale in modo da chiudere un bel giro ad anello.

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